Italiano
Luchino Visconti di Modrone, conte di Lonate Pozzolo (Milano, 2 novembre 1906 – Roma, 17 marzo 1976), è stato un regista e sceneggiatore italiano.
Per la sua attività di regista cinematografico e teatrale e per le sue sceneggiature, è considerato uno dei più importanti artisti e uomini di cultura del XX secolo. È ritenuto uno dei padri del neorealismo italiano, ha diretto numerosi film a carattere storico, dove l'estrema cura delle ambientazioni e le ricostruzioni sceniche sono state ammirate e imitate da intere generazioni di registi.
Per la sua attività di regista cinematografico e teatrale e per le sue sceneggiature, è considerato uno dei più importanti artisti e uomini di cultura del XX secolo. È ritenuto uno dei padri del neorealismo italiano, ha diretto numerosi film a carattere storico, dove l'estrema cura delle ambientazioni e le ricostruzioni sceniche sono state ammirate e imitate da intere generazioni di registi.
English
Luchino Visconti di Modrone, Count of Lonate Pozzolo (2 November 1906 – 17 March 1976), was an Italian theatre, opera and cinema director, as well as a screenwriter. Visconti was one of the fathers of Italian neorealism in film, but later moved towards luxurious-looking films obsessed with beauty, death and European history – especially the decay of aristocracy. Among his best-known films are Ossessione (1943), Senso (1954), Rocco and His Brothers (1960), The Leopard (1963), The Damned (1969), Death in Venice (1971) and Ludwig (1972).
Italiano
Figlio quartogenito del duca Giuseppe Visconti di Modrone e di Carla Erba (1880-1939), proprietaria della più grande casa farmaceutica italiana.
Fu nipote di tre senatori del Regno: il nonno Guido Visconti di Modrone e i due zii paterni Uberto Visconti di Modrone e Guido Carlo Visconti di Modrone. Presta servizio militare come sottufficiale di cavalleria a Pinerolo e vive gli anni della sua gioventù nell'agio di una delle più importanti famiglie d'Europa. Frequenta, con alterni risultati, il liceo classico Berchet di Milano, dove viene bocciato al ginnasio, passa poi al Liceo classico Dante Alighieri diretto dalla famiglia Pollini. Dopo che i genitori si sono separati, Luchino è cresciuto con sua madre. A soli 26 anni, Luchino guiderà una scuderia di cavalli di sua proprietà raggiungendo ottimi risultati tra i quali si ricorderà la vittoria nel Gran Premio di Milano San Siro con Sanzio.
Fin da ragazzo studia violoncello, sotto la guida del violoncellista e compositore Lorenzo de Paolis (1890 - 1965), ed è influenzato dal mondo della lirica e del melodramma: il padre è infatti uno dei finanziatori del Teatro alla Scala di Milano e il salotto di casa Visconti è frequentato, tra gli altri, da Arturo Toscanini. Numerosi artisti vengono ospitati anche nella residenza cernobbiese di Villa Erba, sul Lago di Como, dove il giovane Visconti trascorre saltuariamente le vacanze estive con la madre Carla.
La carriera cinematografica di Visconti ha inizio nel 1936 a Parigi, come assistente alla regia e ai costumi per Jean Renoir, conosciuto attraverso la stilista Coco Chanel, con la quale Luchino ha una relazione. Al fianco del grande regista francese Visconti contribuisce alla realizzazione di Verso la vita (1936) e di Una gita in campagna (1936). Visconti in seguito riconoscerà sempre l'influenza del realismo di Renoir e del cinema francese degli anni '30 sulla sua opera di regista. Dopo un breve soggiorno a Hollywood, rientra in Italia nel 1939 a causa della morte della madre. Dopo la scomparsa della madre si stabilisce a Roma e qui l'incontro con i giovani intellettuali collaboratori della rivista Cinema sarà fondamentale.
Nel 1942 Visconti mette in cantiere il suo primo film: Ossessione (1943), ispirato al romanzo Il postino suona sempre due volte di James Cain. Con Ossessione Visconti dà inizio al genere cinematografico del Neorealismo.
Nel 1954 realizza il suo primo film a colori, Senso, ispirato a un racconto di Camillo Boito. Siamo nel 1866: una nobildonna veneta si innamora di un ufficiale dell'esercito austriaco. Scoperto il tradimento dell'uomo, al quale aveva donato il denaro che doveva servire a una causa patriottica, si trasforma in delatrice e lo fa condannare alla fucilazione.
Questo film segna una svolta nell'arte di Visconti, qualcuno lo definirà impropriamente un tradimento del neorealismo: la cura del dettaglio scenografico è estrema.
Nel 1963 Visconti mette d'accordo critica e pubblico con Il Gattopardo, tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vincitore della Palma d'oro. Interpretato fra gli altri da Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale, è ambientato nel periodo dello sbarco dei garibaldini in Sicilia. Il culmine del film è la scena finale del ballo, che occupa l'ultima mezz'ora della pellicola. Riscuote grande successo anche in Europa, mentre alla prima uscita negli Stati Uniti, nonostante la presenza di Lancaster, il film ha uno scarso riscontro al botteghino.
Fu nipote di tre senatori del Regno: il nonno Guido Visconti di Modrone e i due zii paterni Uberto Visconti di Modrone e Guido Carlo Visconti di Modrone. Presta servizio militare come sottufficiale di cavalleria a Pinerolo e vive gli anni della sua gioventù nell'agio di una delle più importanti famiglie d'Europa. Frequenta, con alterni risultati, il liceo classico Berchet di Milano, dove viene bocciato al ginnasio, passa poi al Liceo classico Dante Alighieri diretto dalla famiglia Pollini. Dopo che i genitori si sono separati, Luchino è cresciuto con sua madre. A soli 26 anni, Luchino guiderà una scuderia di cavalli di sua proprietà raggiungendo ottimi risultati tra i quali si ricorderà la vittoria nel Gran Premio di Milano San Siro con Sanzio.
Fin da ragazzo studia violoncello, sotto la guida del violoncellista e compositore Lorenzo de Paolis (1890 - 1965), ed è influenzato dal mondo della lirica e del melodramma: il padre è infatti uno dei finanziatori del Teatro alla Scala di Milano e il salotto di casa Visconti è frequentato, tra gli altri, da Arturo Toscanini. Numerosi artisti vengono ospitati anche nella residenza cernobbiese di Villa Erba, sul Lago di Como, dove il giovane Visconti trascorre saltuariamente le vacanze estive con la madre Carla.
La carriera cinematografica di Visconti ha inizio nel 1936 a Parigi, come assistente alla regia e ai costumi per Jean Renoir, conosciuto attraverso la stilista Coco Chanel, con la quale Luchino ha una relazione. Al fianco del grande regista francese Visconti contribuisce alla realizzazione di Verso la vita (1936) e di Una gita in campagna (1936). Visconti in seguito riconoscerà sempre l'influenza del realismo di Renoir e del cinema francese degli anni '30 sulla sua opera di regista. Dopo un breve soggiorno a Hollywood, rientra in Italia nel 1939 a causa della morte della madre. Dopo la scomparsa della madre si stabilisce a Roma e qui l'incontro con i giovani intellettuali collaboratori della rivista Cinema sarà fondamentale.
Nel 1942 Visconti mette in cantiere il suo primo film: Ossessione (1943), ispirato al romanzo Il postino suona sempre due volte di James Cain. Con Ossessione Visconti dà inizio al genere cinematografico del Neorealismo.
Nel 1954 realizza il suo primo film a colori, Senso, ispirato a un racconto di Camillo Boito. Siamo nel 1866: una nobildonna veneta si innamora di un ufficiale dell'esercito austriaco. Scoperto il tradimento dell'uomo, al quale aveva donato il denaro che doveva servire a una causa patriottica, si trasforma in delatrice e lo fa condannare alla fucilazione.
Questo film segna una svolta nell'arte di Visconti, qualcuno lo definirà impropriamente un tradimento del neorealismo: la cura del dettaglio scenografico è estrema.
Nel 1963 Visconti mette d'accordo critica e pubblico con Il Gattopardo, tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vincitore della Palma d'oro. Interpretato fra gli altri da Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale, è ambientato nel periodo dello sbarco dei garibaldini in Sicilia. Il culmine del film è la scena finale del ballo, che occupa l'ultima mezz'ora della pellicola. Riscuote grande successo anche in Europa, mentre alla prima uscita negli Stati Uniti, nonostante la presenza di Lancaster, il film ha uno scarso riscontro al botteghino.
C’est l’homme le plus élégant et le plus cultivé que j’aie jamais rencontré.
————— Claudia Cardinale on Luchino Visconti
Alla fine degli anni sessanta Visconti, ispirandosi al dibattito storiografico postnazista, realizza La caduta degli Dei (1969), con Dirk Bogarde, Helmut Berger e Ingrid Thulin come protagonisti. La storia è quella dell'ascesa e caduta della famiglia proprietaria delle più importanti acciaierie tedesche all'avvento del nazismo. Il film costituisce il primo tassello di quella che sarà poi definita la 'trilogia tedesca'. Gli altri due film saranno Morte a Venezia (1971) e Ludwig (1973).
Morte a Venezia è tratto dal lavoro omonimo di Thomas Mann con la collaborazione del costumista Piero Tosi. Nel film, Luchino Visconti racconta in maniera intensa e poetica la vicenda del compositore Gustav von Aschenbach, esplorando il tema di una bellezza ideale e irraggiungibile, da sottolineare la grande interpretazione degli attori Dirk Bogarde nella parte di Aschenbach e di Björn Andrésen nel ruolo di Tadzio.
Infine, Ludwig, ancora con Helmut Berger nel ruolo principale, uno dei film più lunghi della storia del cinema italiano (dura oltre 3 ore e 40 minuti nella sua versione integrale) che narra la storia del monarca di Baviera, Ludwig II, e del suo tempestoso rapporto con Richard Wagner nonché del suo progressivo ritirarsi dalla realtà e dalle responsabilità di governo fino alla destituzione e alla morte in circostanze misteriose.
La 'trilogia' avrebbe potuto diventare 'tetralogia' con La montagna incantata, un altro lavoro di Mann, alla cui trasposizione cinematografica Visconti è interessato. Ma il 27 luglio 1972, quando sono ormai terminate le riprese del Ludwig ma non ancora cominciato il montaggio, il regista viene colto da un ictus cerebrale che lo lascia paralizzato nella parte sinistra del corpo. Il montaggio di Ludwig viene terminato a Cernobbio.
Morte a Venezia è tratto dal lavoro omonimo di Thomas Mann con la collaborazione del costumista Piero Tosi. Nel film, Luchino Visconti racconta in maniera intensa e poetica la vicenda del compositore Gustav von Aschenbach, esplorando il tema di una bellezza ideale e irraggiungibile, da sottolineare la grande interpretazione degli attori Dirk Bogarde nella parte di Aschenbach e di Björn Andrésen nel ruolo di Tadzio.
Infine, Ludwig, ancora con Helmut Berger nel ruolo principale, uno dei film più lunghi della storia del cinema italiano (dura oltre 3 ore e 40 minuti nella sua versione integrale) che narra la storia del monarca di Baviera, Ludwig II, e del suo tempestoso rapporto con Richard Wagner nonché del suo progressivo ritirarsi dalla realtà e dalle responsabilità di governo fino alla destituzione e alla morte in circostanze misteriose.
La 'trilogia' avrebbe potuto diventare 'tetralogia' con La montagna incantata, un altro lavoro di Mann, alla cui trasposizione cinematografica Visconti è interessato. Ma il 27 luglio 1972, quando sono ormai terminate le riprese del Ludwig ma non ancora cominciato il montaggio, il regista viene colto da un ictus cerebrale che lo lascia paralizzato nella parte sinistra del corpo. Il montaggio di Ludwig viene terminato a Cernobbio.
Nonostante le grandi difficoltà, riesce a girare due ultimi film, Gruppo di famiglia in un interno (1974), scopertamente autobiografico e di nuovo interpretato da Burt Lancaster e Helmut Berger, e il crepuscolare L'innocente (1976), tratto dal romanzo omonimo di Gabriele d'Annunzio.
Luchino Visconti muore nella primavera del 1976, colto da una forma grave di trombosi poco dopo aver visto insieme con i suoi più stretti collaboratori il primo montaggio del film a cui stava ancora lavorando.
Luchino Visconti muore nella primavera del 1976, colto da una forma grave di trombosi poco dopo aver visto insieme con i suoi più stretti collaboratori il primo montaggio del film a cui stava ancora lavorando.
Accanto alle storie d'amore vissute in anni diversi con Coco Chanel, Clara Calamai, María Denis, Marlene Dietrich e con la scrittrice Elsa Morante, il regista non ha mai nascosto un suo orientamento omosessuale, che trova riferimenti espliciti in molti dei suoi film come in alcuni degli allestimenti teatrali di cui negli anni curò la regia. Negli anni trenta, a Parigi, Visconti ebbe una relazione con il fotografo Horst P. Horst. Tra il finire degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta, nel pieno della sua consacrazione professionale, intrecciò la sua storia umana e lavorativa con quella dello scenografo dei suoi spettacoli, Franco Zeffirelli, che visse per un lungo periodo nella villa del regista sulla via Salaria a Roma. Dopo il 1965 Visconti fu legato da un'intensa relazione all'attore Helmut Berger: tale relazione proseguì, tra gli alti e bassi dovuti al vivace stile di vita dell'attore austriaco, fino alla morte del regista.
English
Luchino Visconti was born into a prominent noble family in Milan, one of seven children of Giuseppe Visconti di Modrone, Duke of Grazzano Visconti and Count of Lonate Pozzolo, and his wife Carla (née Erba, heiress to Erba Pharmaceuticals). He was formally known as Count don Luchino Visconti di Modrone, and his family is a branch of the Visconti of Milan. In his early years, he was exposed to art, music and theatre: he studied cello with the Italian cellist and composer Lorenzo de Paolis (1890–1965) and met the composer Giacomo Puccini, the conductor Arturo Toscanini and the writer Gabriele D'Annunzio.
He began his filmmaking career as an assistant director on Jean Renoir's Toni (1935) and Partie de campagne (1936) through the intercession of their common friend Coco Chanel.
After a short tour of the United States, where he visited Hollywood, he returned to Italy to be Renoir's assistant again, this time for Tosca (1941), a production that was interrupted and later completed by German director Karl Koch.
Together with Roberto Rossellini, Visconti joined the salotto of Vittorio Mussolini (the son of Benito, who was then the national arbitrator for cinema and other arts). With Gianni Puccini, Antonio Pietrangeli and Giuseppe De Santis, he wrote the screenplay for his first film as director: Ossessione (Obsession, 1943), one of the first neorealist movies and an unofficial adaptation of the novel The Postman Always Rings Twice.
In 1948, he wrote and directed La terra trema (The Earth Trembles), based on the novel I Malavoglia by Giovanni Verga. Visconti continued working throughout the 1950s, but he veered away from the neorealist path with his 1954 film, Senso, shot in colour.
Based on the novella by Camillo Boito, it is set in Austrian-occupied Venice in 1866. In this film, Visconti combines realism and romanticism as a way to break away from neorealism. Visconti returned to neorealism once more with Rocco e i suoi fratelli (Rocco and His Brothers, 1960), the story of Southern Italians who migrate to Milan hoping to find financial stability.
Throughout the 1960s, Visconti's films became more personal. Il Gattopardo (The Leopard, 1963) is based on Lampedusa's novel of the same name about the decline of the Sicilian aristocracy at the time of the Risorgimento. It starred American actor Burt Lancaster in the role of Prince Don Fabrizio.
It was not until The Damned (1969) that Visconti received a nomination for an Academy Award for Best Original Screenplay. The film, one of Visconti's better known works, concerns a German industrialist's family which begins to disintegrate during the Nazi consolidation of power in the 1930s. Its decadence and lavish beauty are characteristic of Visconti's aesthetic.
Visconti's final film was The Innocent (1976), in which he returns to his recurring interest in infidelity and betrayal.
Visconti was also a celebrated theatre and opera director. During the years 1946 to 1960 he directed many performances of the Rina Morelli-Paolo Stoppa Company with actor Vittorio Gassman as well as many celebrated productions of operas.
Beginning when he directed a production at Milan's Teatro alla Scala of La vestale in December 1954, his career included a famous revival of La traviata at La Scala in 1955 with Maria Callas. A significant 1958 Royal Opera House (London) production of Verdi's five-act Italian version of Don Carlos followed, along with a Macbeth in Spoleto in 1958 and a famous black-and-white Il trovatore at the Royal Opera House in 1964. Visconti's love of opera is evident in the 1954 Senso, where the beginning of the film shows scenes from the fourth act of Il trovatore, which were filmed at the Teatro La Fenice in Venice.
Visconti made no secret of his bisexuality. According to Visconti's autobiography, he and Umberto II of Italy had a homosexual relationship during their youth in the 1920s.
His last partner was the Austrian actor Helmut Berger, who played Martin in Visconti's film The Damned. Berger also appeared in Visconti's Ludwig in 1973 and Conversation Piece in 1974, along with Burt Lancaster.
Visconti smoked 120 cigarettes a day. He suffered a stroke in 1972, but continued to smoke heavily. He died in Rome of another stroke at the age of 69, on 17 March 1976.
He began his filmmaking career as an assistant director on Jean Renoir's Toni (1935) and Partie de campagne (1936) through the intercession of their common friend Coco Chanel.
After a short tour of the United States, where he visited Hollywood, he returned to Italy to be Renoir's assistant again, this time for Tosca (1941), a production that was interrupted and later completed by German director Karl Koch.
Together with Roberto Rossellini, Visconti joined the salotto of Vittorio Mussolini (the son of Benito, who was then the national arbitrator for cinema and other arts). With Gianni Puccini, Antonio Pietrangeli and Giuseppe De Santis, he wrote the screenplay for his first film as director: Ossessione (Obsession, 1943), one of the first neorealist movies and an unofficial adaptation of the novel The Postman Always Rings Twice.
In 1948, he wrote and directed La terra trema (The Earth Trembles), based on the novel I Malavoglia by Giovanni Verga. Visconti continued working throughout the 1950s, but he veered away from the neorealist path with his 1954 film, Senso, shot in colour.
Based on the novella by Camillo Boito, it is set in Austrian-occupied Venice in 1866. In this film, Visconti combines realism and romanticism as a way to break away from neorealism. Visconti returned to neorealism once more with Rocco e i suoi fratelli (Rocco and His Brothers, 1960), the story of Southern Italians who migrate to Milan hoping to find financial stability.
Throughout the 1960s, Visconti's films became more personal. Il Gattopardo (The Leopard, 1963) is based on Lampedusa's novel of the same name about the decline of the Sicilian aristocracy at the time of the Risorgimento. It starred American actor Burt Lancaster in the role of Prince Don Fabrizio.
It was not until The Damned (1969) that Visconti received a nomination for an Academy Award for Best Original Screenplay. The film, one of Visconti's better known works, concerns a German industrialist's family which begins to disintegrate during the Nazi consolidation of power in the 1930s. Its decadence and lavish beauty are characteristic of Visconti's aesthetic.
Visconti's final film was The Innocent (1976), in which he returns to his recurring interest in infidelity and betrayal.
Visconti was also a celebrated theatre and opera director. During the years 1946 to 1960 he directed many performances of the Rina Morelli-Paolo Stoppa Company with actor Vittorio Gassman as well as many celebrated productions of operas.
Beginning when he directed a production at Milan's Teatro alla Scala of La vestale in December 1954, his career included a famous revival of La traviata at La Scala in 1955 with Maria Callas. A significant 1958 Royal Opera House (London) production of Verdi's five-act Italian version of Don Carlos followed, along with a Macbeth in Spoleto in 1958 and a famous black-and-white Il trovatore at the Royal Opera House in 1964. Visconti's love of opera is evident in the 1954 Senso, where the beginning of the film shows scenes from the fourth act of Il trovatore, which were filmed at the Teatro La Fenice in Venice.
Visconti made no secret of his bisexuality. According to Visconti's autobiography, he and Umberto II of Italy had a homosexual relationship during their youth in the 1920s.
His last partner was the Austrian actor Helmut Berger, who played Martin in Visconti's film The Damned. Berger also appeared in Visconti's Ludwig in 1973 and Conversation Piece in 1974, along with Burt Lancaster.
Visconti smoked 120 cigarettes a day. He suffered a stroke in 1972, but continued to smoke heavily. He died in Rome of another stroke at the age of 69, on 17 March 1976.
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Documentaries
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Italian: Luchino Visconti. Album di famiglia - Documentario della serie "Italiani" di Rai Storia
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Italian: Luchino Visconti, il conte rosso - Documentario di Maite Carpio e Daniele Cini, tratto dalla serie "La storia siamo noi"
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Interviews
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French: Luchino Visconti entretien avec Jacques Chancel(Radioscopie du 31 octobre 1969)
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